Da sempre molti amministratori e manager di aziende (ma anche privati) temono di perdere dati preziosi a causa di un improvviso guasto del disco SSD dove sono conservate tutte le informazioni riguardanti le loro attività. In caso di incidente, infatti, è necessario rivolgersi ad un’azienda specializzata in recupero dati SSD. A causa di questi timori, i produttori di SSD hanno già da tempo iniziato a convincere gli utilizzatori finali che i propri supporti SSD sono sicuri, anche quando contengono dati sensibili di primaria importanza.
Un disco SSD è un supporto totalmente diverso da un disco rigido tradizionale che conserva tutti i dati su una superficie magnetica. Il chip NAND Flash contenuto negli SSD permette a questo tipo di supporti di essere composti, nella sostanza, da un controller elettronico e da diversi chip di archiviazione. Nel mercato sono presenti anche dei dischi ibridi che vedono l’utilizzo di entrambe le tecnologie.
Parlando di recupero dati SSD ci riferiamo proprio a questo tipo di supporti, molto più veloci degli hard disk dotati di spindle. Un normale disco, infatti, è formato da numerose componenti meccaniche e da dischi rotanti. Quando la testina, che permette la lettura/scrittura, si riposiziona impiega molto più tempo a trasferire i dati rispetto alle interfacce elettroniche degli SSD.
Non è tutto oro quello che luccica. I dischi SSD con chip NAND Flash sono caratterizzati anche da una durata della vita limitata a causa di impostazioni predefinite. A differenza dei tradizionali hard disk (che possono potenzialmente durare in eterno, in realtà almeno una decina di anni), i dischi SSD hanno una sorta di “data di scadenza” predeterminata. I dati, infatti, possono essere scritti e sovrascritti un numero ben definito di volte nel corso della vita del supporto, oltre questo limite le celle dimenticano i nuovi dati immagazzinati.
Generalmente i produttori indicano la durata del ciclo vitale del supporto in terabyte scritti (TBW) ed utilizzano un algoritmo wear-leveling, grazie al quale i dati vengono distribuiti in maniera uniforme su tutte le celle del supporto in modo da non sovraccaricare oltremodo alcune celle rispetto ad altre.
I dati scritti da un normale utente corrispondo ad un valore che va dai 10 ai 35 GB circa, in un giorno standard. Anche aumentando questo valore fino a 40 GB, significa che l’utente potrebbe scrivere (e solo scrivere) più di 5 anni prima di raggiungere il limite mediamente indicato dai produttori. Tuttavia, spesso gli SSD possono durare ben più a lungo di quanto dichiarato dal produttore.
Nonostante ciò è bene fare sempre molta attenzione, il rischio di perdita di dati è sempre dietro l’angolo. Nel caso si renda necessaria una procedura di recupero dati SSD, il nostro consiglio è quello di rivolgersi sempre ad un fornitore professionale di recupero dati come InfoLAB Data. Se si manifesta un guasto fisico, infatti, non c’è molta speranza per l’utente di poter recuperare con successo i propri dati in casa. Inoltre, in caso di guasto al controller o al chip storage, l’utilizzo di un software di recupero dati può comportare più danni che benefici con la conseguente perdita definitiva di tutti i preziosissimi dati conservati all’interno del supporto.
Per maggiori informazioni vai al seguente link o chiamaci allo 045 511 73 07.