Il progresso tecnologico nel campo della microelettronica ha causato un’evoluzione continua nel settore del recupero dati, imponendo l’utilizzo delle migliori attrezzature ed una discreta dose di esperienza e competenza in tutte le operazioni di saldatura e microsaldatura.
Al giorno d’oggi è impensabile tentare un recupero dati da smartphone, chiavetta USB, SSD o hard disk senza tecnologie adeguate che consentano la rimozione sicura di chip a 400 pin. Tali componenti vengono montati dai più moderni robot a controllo numerico e solo una mano estremamente esperta può eseguire lavorazioni abbastanza precise.
In situazioni di questo genere a fare la differenza è soprattutto l’esperienza. Un esperto, ad esempio, non danneggia ulteriormente il chip contenente i dati e non esegue operazioni che potrebbero renderne critica la lettura.
I chip sono estremamente sensibili e un solo passo falso potrebbe compromettere irrimediabilmente i dati. La rimozione dei chip (chip-off) non è un’operazione amatoriale.
In poche parole: non c’è spazio per tentativi o “sperimentazioni”.
Nel catalogare le nostre attrezzature di microelettronica siamo rimasti sbalorditi nel constatare la loro varietà. Per micro saldature, rielaborazioni e reflow utilizziamo ben 16 saldatori diversi e macchine per il riscaldamento e pre-riscaldamento. Come se non bastasse, circa la metà delle attrezzature sono state appositamente modificate per scopi scientifici.
È possibile vedere parte della nostra attrezzatura nelle seguenti foto.
Ma… macchine di riscaldamento e saldatori sono solo una parte dell’occorrente. I processi di saldatura e dissaldatura, infatti, richiedono l’impiego di oltre 20 tipi di prodotti chimici, come ad esempio:
- Composti speciali progettati per alterare il punto di fusione
- Composti adesivi-conduttori
- Pasta isolante
- Pasta per raccolta e diffusione dei media
- Leganti temporanei volatili
Tutto questo (ma anche molto altro) entra in gioco nell’operazione molto complessa del recupero dati dai nuovi, e sempre più piccoli, supporti.