Per poter intervenire su un hard disk che è stato segnalato come guasto è indispensabile effettuare un’analisi preliminare (chiamata anche Diagnosi). Attraverso questa diagnosi si va a stabilire quali sono i problemi che hanno causato il guasto e portato alla perdita di dati. Ecco una breve descrizione dei procedimenti svolti nella diagnosi:
Come si comporta l’hard disk?
- Se viene acceso gira o rimane fermo?
- Produce rumori strani come ticchettii, rumori metallici, clic e simili?
- ID e dimensione del disco vengono visti correttamente?
- È possibile accedere ai dati dell’utente?
Il passo successivo a questa preliminare raccolta di informazioni è l’ispezione visiva del drive, che può essere suddivisa in due parti:
- ispezione HDA, cioè l’ispezione della camera sigillata denominata Hard Drive Assembly (HDA), contenente i componenti interni dell’hard disk, come ad esempio i piatti magnetici su cui sono salvati i dati e le testine.
- ispezione PCB, ovvero il circuito stampato (“Printed Circuit Board” in inglese).
Ispezione HDA:
- Controllare la geometria dell’HDA, che potrebbe risultare piegata in seguito ad urti e cadute (eventualità molto più probabile nei casi di hard disk da 2,5”);
- Controllo di angoli e bordi del supporto, che potrebbero rivelare urti e cadute tramite tacche o scheggiature nella vernice;
- Controllo di viti e sigilli per capire se il supporto è stato aperto in precedenza. Solitamente le viti presenti sul coperchio vengono poste sotto i sigilli di modo che, se il disco era già stato aperto, quest’ultimi saranno rovinati oppure assenti;
- Scuotere molto leggermente il disco per accertarsi che all’interno non si trovino componenti mobili. Azionare un hard disk con componenti mobili all’interno è estremamente pericoloso perché l’operazione potrebbe graffiare i piatti magnetici contenenti i dati. In presenza del minimo rumore l’unica cosa da fare è aprire l’hard disk in camera bianca per un controllo dei componenti interni.
Ispezione della PCB:
Scollegare la PCB e analizzarla prestando particolare attenzione a possibili sezioni e collegamenti bruciati, ossidati o corrosi. È necessario controllare accuratamente anche circuiti integrati, possibili tracce lasciate da attrezzi, tracce di saldatura, presenza (o meno) di circuiti integrati ROM, posizione dei jumper e stato delle porte SATA/PATA/SAS.
Durante l’ispezione della PCB è importante identificarne il modello, l’architettura ed altre caratteristiche (o anomalie) relative all’hard disk in questione; siano esse riconducibili allo specifico modello, ad un determinato produttore o architettura.
In particolare bisogna fare attenzione al connettore dell’HSA (Head Stack Assembly), dal momento che spesso si ossida e rende la connessione non affidabile. Se necessario è opportuno pulire tale connettore prima di procedere con altre operazioni necessarie al recupero dei dati.
In seguito all’ispezione della PCB è opportuno collegare l’hard disk alla scheda hardware MRT per eseguire il primo power-on check. Quando si aziona il disco per la prima volta è consigliato reggerlo in mano e tenerlo vicino all’orecchio. È necessario ascoltare suoni e vibrazioni prodotti all’avvio del dispositivo ed essere pronti a spegnerlo immediatamente non appena si avvertono rumori insoliti o vibrazioni tipiche del contatto della testina con la superficie dei piatti (nel qual caso l’unica soluzione è l’apertura dell’hard disk in camera bianca per un’analisi più approfondita).
Se il disco è apparentemente in buono stato ma non gira o gira ad una velocità diversa da quella prevista è necessario controllare l’elettronica:
- Avvolgimenti del motore;
- Fusibili e TVS (Transient Voltage Suppression), diodi sulle linee elettriche (+12 V, +5V);
- Preamplificatore delle testine;